Il Museo della Scrittura è un’ istituzione di nuova concezione, che attraverso originali e copie ripercorre le tappe più importanti della storia della scrittura, documentando l’evoluzione dei vari tipi di supporto che hanno conservato le opere scritte. Il Museo, pensato soprattutto per gli studenti della scuola primaria e secondaria inferiore, consente di farsi un’idea tanto dell’uso della scrittura nella vita quotidiana dell’età antica quanto dei supporti utilizzati sino ai giorni nostri. I ragazzi sono stimolati nella loro capacità di osservazione, vengono incoraggiati ad usare, toccare, manipolare gli oggetti e gli strumenti esposti e, attraverso il gioco, a trasformarsi per un giorno in scriba, amanuensi e scalpellini. Ad un percorso didattico sulla storia dei supporti, dei segni, delle scritture e degli alfabeti, si affiancano laboratori specifici che approfondiscono la scrittura egizia, quella etrusca, lo scriptorium medievale, la stampa con il torchio.
Il Museo della Scrittura mette a disposizione anche un laboratorio specifico per la sperimentazione delle pitture rupestri, ponendo l’attenzione sulle testimonianze lasciateci dall’uomo prima dell’invenzione della scrittura, considerate rappresentazione di idee e primo strumento di comunicazione tra gli uomini.
Attraverso la sezione dedicata alla storia del numero, il Museo della Scrittura ricostruisce poi il percorso delle antiche numerazioni. Ma quando l’uomo ha cominciato ad elaborare i numeri? E come si scrivevano i numeri in Mesopotamia o nell’antico Egitto? Da chi, dove e quando sono stati inventati i numeri che usiamo oggi? Come sono giunti fino a noi? L’impiego dei numeri sembra talmente ovvio da venir considerato un atteggiamento spontaneo dell’uomo, come il camminare o il parlare. Non si è sempre contato come facciamo noi attualmente, né scritto le cifre nello stesso modo. La storia del calcolo e dei numeri è la storia di una lunga invenzione distribuita nell’arco di alcuni millenni, così come quella della scrittura, che ha alla base le grandi civiltà del passato. Il visitatore del Museo potrà conoscere le antiche numerazioni, le varie regole di calcolo e poi metterle in pratica e diventare protagonista attivo del percorso, attraverso la partecipazione a giochi storici e logico-matematici. L’allestimento mantiene la chiave didattica, già presente nello spazio dedicato alla scrittura; l’intento è quello di rendere la storia dei numeri più affascinante e più facile da apprendere.
Attraverso un’ulteriore sezione del Museo, allestita nei locali dell'ex Archivio Storico a San Miniato sotto i locali di San Domenico, è possibile far apprendere ai visitatori come le antiche civiltà misuravano il trascorrere delle ore e quindi del tempo. Anche l’ esigenza di controllare il fluire del tempo è sempre stata insita nell’uomo e forse l’uomo primitivo deve aver usato la propria ombra come primo strumento di misurazione del tempo. Questo era lo ‘gnomone umano’. Lo stesso principio è stato poi usato dalle popolazioni dell’antichità: gli obelischi monumentali degli antichi Egizi funzionavano nello stesso modo. Nella nuova sezione sarà possibile osservare il funzionamento dello gnomone, della meridiana, dello scafos, del merkhet e della clessidra, a polvere e ad acqua, tutti riprodotti fedelmente rispetto agli originali. E come nelle altre sezioni del Museo sarà possibile toccare con mano, provare a sperimentare la misurazione del tempo con gli strumenti inventati dagli antichi.